Il problema del paziente “fragile” in oncologia si estende anche in ambito cervico-facciale. Soprattutto in una popolazione sempre più anziana, con comorbidità anche multiple e assistita in gran parte dei casi da care-giver, compromissione delle capacità funzionali ed esiti delle cure protratti nel tempo sono condizioni socio-assistenziali che richiedono una presa in carico più estesa del paziente, in grado di considerare i suoi bisogni direttamente correlati alla patologia oncologica, lo status pre- e post-trattamento, la qualità della vita residua. Anche da qui scaturisce la necessità di un cambio di paradigma dell’assistenza al paziente oncologico, con percorsi aggregativi, momenti di confronto, educazione e con il coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti. Esempi virtuosi di “programma” integrato al paziente sono già realtà in alcune strutture oncologiche del territorio. Ne abbiamo parlato con la professoressa Giuseppina Campisi, Direttrice del Dipartimento di Discipline chirurgiche, oncologiche, stomatologiche e responsabile UOSD di Medicina orale del Policlinico del Palermo e con la dottoressa Monica Bazzano, PhDst del Dipartimento Dichirons dell’Università di Palermo.
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